Roberta Ferrara si ispira al filosofo tedesco Arthur Schopenhauer ed all’idea di sessualità quale massima affermazione della volontà di vivere, che travalica l’egoismo individuale e rende perpetua la vita della specie. Un tavolo, una porta e due sedie diventano metafora di trascendenza, corpi che si nascondono, si cercano e si rigenerano. L’inconscio prevarica sul conscio in modo sublime, atletico, dinamico e impavido.