I QUADRO – GLI ANNI DELLA GUERRA
È il 1943 quando il giovanissimo Pier Paolo Pasolini viene chiamato alle armi. Intollerante e politicamente in disaccordo, trova il modo per allontanarsi dall’esercito. Rientrato a casa dalla madre Susanna, le conseguenze della guerra tornano ad oscurare la vita di Pier Paolo, portandolo a confrontarsi con la perdita del fratello Guido, causata per mano dei partigiani.
II QUADRO – L’ESTETICA
Pasolini stesso, poeta e regista scomodo quanto irriverente, descrive la sua produzione artistica eclettica come inconsumabile, contrastando quel consumismo vuoto e sciocco che, profeticamente, avvertiva incalzare nella società dei suoi tempi. Viscerale, ruvido e concreto, il poeta si muove con disinvolta ironia in mezzo a danzatori vestiti di neutralità, l’astratta rappresentazione delle sue taglienti opere.
III QUADRO – LA MOSTRA DEL CINEMA, SALÒ E LA CENSURA
Fin da Accattone, primo titolo cinematografico di Pasolini, tra i primi ad essere vietati ai minori nella storia del cinema italiano, la censura si accanisce contro l’irriverenza e la polemica non velata del regista. Durante la mostra del cinema la censura ai temi della violenza, degli estremismi politici e della sessualità maniacale cadrà, imposta dall’alto, su Saló, 120 giorni di Sodoma, presentato postumo tre settimane dopo l’uccisione del regista.
IV QUADRO – LA PERVERSIONE, L’AMORE E LA FINE Scandaloso nell’arte come nella vita privata, è l’incontro di un ormai maturo Pier Paolo Pasolini con il diciassettenne Giuseppe Pelosi che lo trascinerà ad essere vittima di un violento delitto passionale, all’Idroscalo di Ostia, nel 1975.