Si è conclusa con numerosi sold out il tour della compagnia senese cominciato al Teatro Coccia Di Novara
A distanza di quasi sei anni, all’inizio della primavera, il Balletto di Siena è tornato in scena con un grande titolo del repertorio classico, Don Quixote. Dopo il felice debutto presso il Teatro Coccia di Novara lo scorso 29 marzo, la compagnia diretta da Marco Batti ha concluso con tre sold out presso il Teatro dei Rinnovati di Siena, questa prima parte del tour che poi proseguirà verso destinazioni internazionali.
Il corpo di ballo senese già nel 2019 aveva affrontato questo evergreen della danza per un allestimento ridotto, coprodotto e rappresentato in Giappone e, dopo alcuni anni di pausa e riflessione, ecco giungere nuovamente il Don Quixote, questa volta integrale e con una nuova veste. Con le coreografie originali di M.Petipa e A. Gorsky riallestite dal Maestro Batti, il balletto si impone, da subito, come un gioiello di precisione e bellezza.
Tratto dall’omonimo capolavoro di Miguel de Cervantes il balletto narra della storia d’amore tra la bella Kitri, figlia dell’oste Lorenzo e da lui promessa al ricco Gamache, e il barbiere Basilio. Nel balletto, rispetto al libro, la figura di Don Quixote è marginale rispetto alla narrazione principale. Interpretato da Davide Internullo, che ben esprime la dolce follia dell’hidalgo, il protagonista del titolo ci accompagna per mano attraverso tre atti che non smettono, in nessun momento, di trasmettere brio, forza, vivacità, brillantezza, in un crescendo di tecnica e virtuosismo. Sancho Panza poi, il suo fido scudiero, qui Mirco Badalassi, strappa sorrisi a scena aperta.
Il lavoro di Batti si manifesta da subito puntuale e preciso: ottimo il lavoro pantomimico e ineccepibile il corpo di ballo. Sin dal primo atto i danzatori della compagnia dimostrano omogeneità tecnica e un lavoro d’insieme che rende ogni singolo quadro perfettamente dipinto, senza sbavature o inesattezze. La compagnia cresce insieme, studia e migliora sotto l’egida del Maestro che ottiene un risultato non scontato per una compagnia di giro.
Chiara Gagliardo è una splendida danzatrice: sicura, tecnicamente precisa, con gambe che toccano il cielo. La sua Kitri è passionale, volitiva, ineccepibile. Il personaggio è un banco di prova per qualsiasi ballerina ma la bella Gagliardo raccoglie la sfida con la disinvoltura e la bellezza delle grandi. Nel ruolo di Dulcinea, poi, lascia da parte la sensualità di Kitri per divenire sognante e delicata, inafferabile come il sogno che incarna.
Giuseppe Giacalone è Basilio, il barbiere di cui la bella Kitri è innamorata. Danzatore bello e prestante ben esprime tutta la sfacciata sicurezza del personaggio: gioca con la sua amata e padroneggia ogni istante del balletto con una sicurezza navigata e precisa.
Nel grand pas de deux finale, attesissimo sempre per la magnificenza della coreografia e le numerose insidie tecniche, entrambi danno il meglio lasciando il pubblico lietamente soddisfatto e appagato.
Filippo Del Sal è Espada, il torero. La sua entrata in scena, nel primo atto, lascia il segno e i momenti condivisi con Mercedes, interpretata da Matilde Campesi (ottima nella variazione di Cupido), sono pieni di quella malizia propria dei personaggi.
Alice Saviotti interpreta invece la Regina delle Driadi; seppure giovanissima mostra una certa pulizia tecnica e precisione nell’esecuzione.
Molto belli i costumi di Jannacci Atelier e Natalia Dolvk, le scenografie di S.I.R.T. srl, e ottimo il lavoro del light Design Giovanni Monzitta.
Batti ha dimostrato, produzione dopo produzione, di avere un tocco magico. Un tocco che si chiama competenza, studio, professionalità. Un tocco in cui nulla è lasciato al caso, tutto è frutto di un pensiero attento, di una memoria storica, o semplicemente di gusto.
Il suo Don Chisciotte, questa splendida ultima fatica, pone il Balletto di Siena tra le compagnie migliori del panorama coreutico italiano: nell’attesa di godere assieme di mille altri, splendidi, successi.
Scritto da Francesco Borelli su Dance Hall News